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12 dicembre 2009.
Assemblea dei soci per il rinnovo del Consiglio Direttivo Nazionale SAS.

Terza puntata: Chi si candiderà?

La ballata delle deleghe. , che trovate nella rubrica Satirycon, è ' un testo datato, scritto di getto dopo le votazioni tenutesi a dicembre 1999.

Da allora è cambiato il sistema di voto, ma il sistema di “raccolta” dei consensi elettorali è rimasto pressochè identico, così come sono rimaste identiche le pressioni, le meschinità, gli interessi che ruotano intorno alle votazioni SAS.

E meno male che, nei giorni immediatamente precedenti la spedizione delle cartoline di convocazione, le voci più frequenti tra gli addetti ai lavori erano : “la politica non mi interessa”, “non ho intenzione di candidarmi”, “non so nulla di eventuali liste”, “non abbiamo nulla a che vedere con certi personaggi”.

Pochi giorni dopo la spedizione delle cartoline di convocazione, non appena le efficienti (in alcuni casi) Poste Italiane, hanno permesso l'arrivo delle “deleghe” , si è aperta la caccia e sono usciti allo scoperto (o quasi) feudatari, vassalli, valvassini e valvassori (o, per semplificare, burattinai e burattini). Con buona pace di programmi e di idee concrete per un rinnovamento SAS, le deleghe vengono richieste (con tutti i mezzi a disposizione, dalle promesse irrealizzabili, ai ricatti morali, agli appelli all'amicizia) sulla fiducia, visto che chi in questo momento sta richiedendo voti non ha nemmeno chiari tutti i nomi della compagine elettorale per cui sta raccogliendo consensi.

Volendo fare un po' di cronaca e di fantapolitica, raccontiamo quanto emerso dalla ridda di voci che si rincorrono in questi ultimi giorni, precisando che vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi o precisazioni in merito.

Due le liste in campo politicamente forti:

una facente capo ad Ambrogio Verpelli, che pare stia in questi giorni girando la penisola confrontandosi con alcuni personaggi “papabili” nelle varie regioni,

l'altra facente capo a Luciano Musolino.

Questi i nomi dei due possibili candidati alla carica di Presidente SAS.

La lista Verpelli pare sia ancora in fìeri, con la probabile presenza dei consiglieri uscenti rimasti al fianco di Verpelli nelle recenti vicende societarie (in particolare Anastasi, Cornetti, probabilmente Colelli...più in forse la presenza di Barbieri) più alcuni nomi scelti tra possibili candidati che verranno vagliati dallo stesso Verpelli e dai suoi fedelissimi (tra cui sono da annoverare anche Andrea Zunarelli e Luigi Bricchi, che probabilmente non saranno nella lista dei consiglieri, ma ricopriranno altre cariche) anche tra le proposte delle regioni. Difficile capire per il momento chi potrebbero essere i candidati eventuali per i ruoli di Responsabili di settore (non crediamo che Verpelli abbia alcuna intenzione di ripetere la fallimentare esperienza delle Commissioni) e dei candidati del Comitato Tecnico (tra i nomi dei tecnici che potrebbero essere considerati di area verpelliana citiamo Paffoni, Bricchi, Gazzetta, Carnicella, probabilmente Codemo, forse Zanin). Non chiaro nemmeno chi potrebbe rivestire il ruolo di Direttore. Di sicuro faranno parte dell'esecutivo i fedelissimi di cui sopra.

La lista Musolino sembra in stato di composizione più avanzato rispetto a quella verpelliana (così come la raccolta delle deleghe da parte dei suoi sostenitori). Candidato a Presidente Musolino, poi Luigi Noto (probabile candidato al ruolo di Responsabile dell'Allevamento), Stefano Beggiato, Oronzo Giangreco, Dolci (padre o figlio non è ancora chiaro), i due consiglieri verpelliani dissidenti Michele Pianelli e Sergio Venier (che saranno, in caso di ingresso di nomi capaci di portare persone al voto, i primi a “rischio eliminazione”), Agatino Corvaia, Daniele Peres. Quasi sicuramente un candidato siciliano (non Santi Grasso che sarebbe troppo).

I tecnici sono in lista, per cui la composizione del Comitato Tecnico dovrebbe attingere per buona parte ai nomi già presenti in CDN. Non escluderei anche Franco Gaudiano come candidato per il ruolo di Presidente del Collegio Sindacale o di Segretario (l'ex Segretario SAS, fedelissimo di Musolino, Carlo Prastaro, essendo in commissione di disciplina di II grado dell'ENCI, non penso possa ricoprire ruoli in SAS). In esecutivo? I 4 nomi vengono scelti dal Presidente ma, essendo questa lista più eterogenea della precedente, Musolino potrebbe stupirci (indicando ad esempio Pianelli, Venier, Giangreco, Corvaia)

Per il ruolo di Direttore un nome di peso: Ezio Guerrino Roman. Pertanto, con il controllo degli uffici affidato a Roman, il ruolo di Presidente a Musolino, quello di responsabili a Noto e forse Corvaia la lista in questione è nei fatti una lista definibile come lista Musolino-Roman. Un deja vù.

Mancano all'appello alcuni nomi di fedelissimi musoliniani:

quello di Egidio Esposito, troppo poco politicaly correct per un CDN che vuole proporsi come “nuovo”

quello di Salvatore Furfaro, il presidente-lavoratore tanto caro ai soci, che appoggerà comunque questo CDN, ma la cui testa è probabile sia stata pretesa dal rientrante Roman

e quello di Mario Bochicchio, troppo legato a quel “caso Wafa”, che tutti preferirebbero rimanesse impantanato nella burocrazia della magistratura ordinaria, avendo cura che alcuni dei fatti emersi con esso, forse riguardanti anche regolamenti statutari o codici deontologici, restassero nei tristemente noti “cassetti” (SAS e ENCI) preposti per il ricovero dei panni sporchi (o, peggio ancora, a mo' di lavatrici per riciclare i personaggi coinvolti)

Questa lista, oltre a connotarsi per il tasso di tecnici e competenti, accomuna personaggi che, in momenti diversi ma abbastanza recenti, si sono massacrati vicendevolmente.

Pianelli e Venier hanno fatto una accesissima battaglia politica contro la SAS a guida Roman-Musolino-Sesto,

Musolino ha fatto fuori Roman con un colpo di mano di grande strategia che ha probabilmente anticipato le mosse del grande vecchio a sua volta già pronto a liberarsi dei due responsabili di settore da lui stesso eletti.

Anche tra Corvaia e Roman, prima alleati, per alcuni periodi ci sono stati grossi contrasti.

Lo stesso Dolci (Franco) a Pomezia 2007, quando sosteneva la lista Verpelli, si produceva in accesissime critiche a Luciano Musolino. Del resto molti dei componenti delle Commissioni verpelliane (tutti all'epoca antimusoliniani) pare siano grandi simpatizzanti di questa lista (persino Rocco Musolino, di cui sono note le fortissime critiche scritte sui vari forum all'indirizzo del fratello minore).

Coerenza, dote difficile da trovare in SAS.

Nota a margine ma non troppo.
I grandi elettori (alcuni dei quali ancora incerti su come e con chi schierarsi) stanno raccogliendo le deleghe. In realtà (e lo ha ben evidenziato la votazione di Pomezia 2007) vincerà chi riuscirà a portare non solo un numero molto alto di voti, ma chi metterà insieme almeno 450 persone che queste “deleghe” le possano votare.

Quindi, cari soci SAS, dopo la ballata delle deleghe, comincerà la caccia al votante. Preparatevi delle buone scuse. Potreste sempre dire che, il 12 dicembre, avete già preso un impegno per andare a visitare i mercatini di Natale.


Che ne pensiamo noi? Ammesso che a qualcuno importi, lo abbiamo scritto a chiare lettere ormai anni fa e reso concreto dal non aver rinnovato, in tempi diversi, la tessera come soci.

In ordine sparso alcuni scritti di allora, ancora attualissimi.

La rigidità morale è una malattia di famiglia della quale sono orgoglioso, avendo pagato di persona molte volte le mie posizioni.
Ma io al mattino amo specchiarmi e rivedere la mia faccia senza salivazioni aumentate.
Le mediazioni si fanno solo su eticità paritetiche, altrimenti la mediazione non è per il bene delle cose, ma per il bene proprio.
Il fatto di uscire dalla società, e di rimanere un critico, l'ho ben spiegato nei miei scritti.
Non ho voglia di ripeterlo.
Il fatto di non essere socio non vuol dire che non me ne debba curare, visto che la società è presente nella società italiana e che io sono possessore di un PT pelone.
Sui sassi alla SAS, io li ho tirati quando era forte di dittatura, e stando dentro.
I sassi, a SAS in ricostruzione, non sono io a tirarli, ma coloro che, silenziosissimi prima, oggi sono dei Rodomonte scusatemi, ma da operetta.
La SAS , quella a cui io mi ero associato, è crollata con lo statuto, ora lotto perché i vecchi manovali non ricostruiscano la stessa cosa con progetti e architetti vecchi.
Anche sconfitti, gli affittacamere della struttura, leggi flussi di monte e brevetti ecc... voglio che restino fuori.
Se questo è abbattere la SAS, temo che non sia io a dover aprire gli occhi, ma altri a togliersi la divisa.

molti mi sembrano come Charlotte Rampling, ne "il portiere di notte".
Un tempo costretti a prendere una posizione, anche se dolorosa, poi, una volta arrivata una imperfetta libertà, cercano un ritorno e apprezzano ciò che li piega.

Capisco benissimo la sindrome, in parte simile a quella di Stoccolma.

I concetti di Democrazia, Trasparenza e Correttezza, in questa società e nel suo corpo vivo, sono messi in secondo ordine, anteposti a meri motivi di appartenenza, interesse o, peggio ancora, quieto vivere.

Ho avuto la conferma che, come si dice al mio paese: “in certe stanze il più pulito c’ha la rogna”.
Inutile indorare la pillola con pseudo dichiarazioni pro soci quando serve solo per giustificare un’azione che non potrebbero fare se non tramite un complice silenzio delle parti.

Sono entrato in sas credendo di entrare in una società che, quantomeno rispettasse un po’ le regole che essa stessa si era data.
Mi sbagliavo.
Poi ho visto che in realtà era impossibile cercare eticità, se disgiunta da un interesse che di cinofilo aveva ben poco.
Per cui, così come non mi affilierei in società che non rispettano le regole, non avendo velleità né di potere, né politiche, ritengo inutile continuare ad ululare alla luna.

Febbraio 2006 .
Non mi riconosco nella totale mancanza di democrazia che sembra caratterizzare l'attuale dirigenza, mi riconosco poco nell'opportunismo di molti soci più interessati a non inficiare un possibile piazzamento con il proprio cane che a cosa stiano facendo alla società di razza, mi riconosco pochissimo in chi cerca di ottenere un risultato a prescindere dal reale valore del cane (spesso anche con scarsissimo interesse per il cane stesso), non mi riconosco affatto in chi cerca di sfruttare il malcontento per propri fini, elettorali e non.
Insomma comincio anch'io a pensare che ci sto a fare.

Febbraio 2008
Non so che dire se non che, quando una società non si preoccupa più di tener fede al proprio oggetto sociale e i soci che la compongono non trovano, in questo, nulla di strano, visto che sono tutti troppo preoccupati di prendere parte, a vario titolo, alle competizioni, non ha più ragione l'essere soci.
Non si tratta di scappare o di rinunciare a lottare. Non ne ho alcuna intenzione. Amo troppo questa razza per farlo

Quanto al fatto che in passato le cose fossero come oggi, non ne sono convinta. I difetti già presenti in passato si sono istituzionalizzati, la base somiglia sempre più pericolosamente alle dirigenze, ci sono state decisioni che hanno minato in modo forse irreversibile la possibilità di alcune scelte (la totale dipendenza dall'ENCI post statuto), gli interessi personali (sempre esistiti) sono diventati prioritari, il mercato e l'agonismo hanno preso completamente il sopravvento, tanto da snaturare la razza stessa.

Credo che le vicende societarie di questo XXI secolo abbiano portato la SAS ad un punto di non ritorno. Il fatto che la mia frase, scritta due anni fa durante il CDN a guida Musolino-Sesto-(Furfaro) con il gruppo di Verpelli &c all'opposizione, possa essere letta oggi, a parti invertite, e conservi il suo valore di analisi oggettiva, è, per me, estremamente significativo.

La cosa più triste è che alcune delle persone che sono state protagoniste della gestione della SAS in questi anni avrebbero potuto, per capacità e competenze, gestire al meglio la SAS e lavorare davvero per il pastore tedesco. Non lo hanno fatto.

Il punto è che io non riesco a vedere questa possibile alternativa. Un CDN senza vecchi nomi, con un accordo su un programma (ma serio e concreto, non quell'accozzaglia di "tutto e niente" che era il programma della NO) sarebbe possibile se ci fossero le persone disposte poi a sostenerlo.

Io credo che (specie con il nuovo sistema di votazione) i soci che possano sostenere un simile progetto siano davvero una esigua minoranza. Non ci sono reali possibilità di cambiamenti davvero sostanziali e che sarebbero, oggi, necessari a che la società viva invece di sopravvivere.

Così come non ho creduto alle parole di rinnovamento della Nuovi Orizzonti e ho denunciato da subito la presenza del vecchio (e quanto sta succedendo è un dejavù di quanto accadde, Verpelli presidente, all'inizio degli anni 90), non crederei oggi a presunti paladini della democrazia e dei diritti dei soci, specie se quei paladini sono stati i sostenitori di uno dei CDN più dittatoriali e dimentichi del rispetto per tutti i soci che ci abbia dato la storia SAS recente

Non solo Pomezia ha ampiamente dimostrato che la possibilità di una terza via ai soci non interessava, ma questo primo anno di governo della NO ha ulteriormente svelato la natura dei soci SAS, sia dei dirigenti che della base.
Ad oggi, ciò che preme di più ai soci (intendendo con soci quelli capaci di mobilitarsi per le votazioni) è conoscere l'assegnazione delle classi del Campionato, l'indignazione si alza solo se e quando vengono toccati interessi particolari. Chi prova a sostenere il rispetto dei regolamenti viene tacciato di partigianeria per questo o quel personaggio politico, si insinua che abbia interessi personali non realizzati , che parla così perchè ormai da alcuni anni “guarda i cani dal buco della serratura” (cioè non partecipa attivamente alle gare) oppure, non reggendo troppo queste spiegazioni, si dice che "ha mollato".

Ovvio che chi si avvicini oggi alla SAS abbia ancora il mito del "bisogna lottare dal di dentro per poter cambiare le cose" e in questo senso capisco i diversi scritti dei "giovani".
Ma chi conosce un po' di storia e sa leggere i fatti che stanno accadendo, non ha molte possibilità.
O ci si tura il naso o si esce. E siccome la SAS non è la vita reale, ma solo una grande passione, credo che, almeno dove non sono costretta da motivi contingenti (leggi compromessi nella vita reale) posso anche dire: no, grazie.

per gestire la politica SAS non credo occorra essere necessariamente dei tecnici, così come non credo che per fare il Ministro della Sanità si debba necessariamente essere un medico. Occorre, questo sì, avere competenza nella gestione del settore sanitario, sapere come funziona. Ma la gestione politica è cosa ben diversa dalla gestione tecnica.

Si può essere grandi allevatori e non aver fatto nulla per mettere le proprie competenze al servizio di tutti i soci in modo incondizionato,
si può essere dei grandi dell'addestramento e possedere un carisma enorme senza avere esercitato la propria autorevolezza per imporre nel settore il rispetto dei cani.

I grandi tecnici hanno ampiamente dimostrato che, nel fare i politici, le tentazioni di difendere i propri interessi e lo scendere a compromessi (vuoi per non scontentare la base elettorale, vuoi per propri legami) sono stati più forti del fare gli interessi societari.

 


Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 10 novembre 2009

Cliccate qui per scaricare il file:
Bozza Programma CDN

pubblicato il 3 novembre 2009

 

Leggi anche:
Prima puntata:
Come votare.

Seconda puntata:
Votare. Ma come?

Quarta puntata:
Precisazioni su come votare e aggiornamenti sulle "liste"

Quinta puntata:
Programmi elettorali e candidati