La ballata delle deleghe

Questo è un testo pseudo poetico scritto di getto dopo una combattuta votazione SAS (dicembre 1999) mai pubblicato. Per quanto sia cambiato il sistema di voto (qui ci sono evidenti riferimenti alla compilazione delle cartoline da inviare per posta al notaio, oggi abolite) mantiene ancora la sua validità. Dedicato a tutti quelli che, oggi, stanno partecipando attivamente alle prossime votazioni per il rinnovo del CDN che si terranno il 12 dicembre.

Daniela Dondero, 10 novembre 2009


La ballata delle deleghe.
Cronaca semiseria di un'elezione S.A.S.

Son partite in quattromila,
più ottocento o giù di lì,
e di qua e di là si tira
perché il socio dica sì.

Tutti corron a destra e a manca,

chi ha le deleghe è braccato,

c'è qualcun che non si stanca

e qualcuno è ricattato.

 

"Io la mia te la prometto,

ma ti prego, ti scongiuro,

di non dir che te l'ho detto,

mi rovinan di sicuro."

 

"Io ne ho cento o forse più

e che cosa mi dai in cambio?"

e trottava in su e in giù,

come un can che vada in ambio.-

annaspando anziché no

chi le deleghe non trova

le promesse chi non può

meglio se non le rinnova.

 

Di promesse ancora tante

ne riceve il presidente

la sezione riluttante

se convince alacremente,

quanto poi a mantenerle

le promesse fatte "in vece"

sono troppe a sostenerle

e mendace è chi lo dice

ma la verità non conta

e l'imperativo è d'uopo:

"ogni delega che è tolta

è un mio voto per il dopo"

 

Ci son poi le banderuole,

quelli che per non sbagliare

tanto a destra che a sinistra

dicono con loro stare

Voglion vincere e non sanno,

tra perdente e vincitore,

che minor sicuro è il danno

se leale è il portatore.

Tra la destra e la sinistra,

quei che ondeggian come il vento,

tutto quello che conquistan

è un deciso chiarimento,

ché si svelan quel che sono

e pacifico è l'affare:

tanto destra che sinistra

non si possono fidare.

 

Quanto al giudice imparziale

in campagna elettorale

per paura di sbagliare

preferì non giudicare,

ma parlando alla sezione

a ogni cane che vedeva

profondeva ammirazione

così il voto non perdeva.

 

Chi la mette sull'affetto,

l'amicizia e perché no?

"se mi porti del rispetto

non mi puoi dire di no."

E si svela il servo scaltro,

il leale e il falso amico,

se "la delega ad un altro

l'ho promessa e te lo dico".

 

Ma raccolte che poi sono

quelle deleghe agognate

non finisce la battaglia

che poi vanno compilate.

Quello non lungimirante

che ha sbagliato i consiglieri

cerca poi di rimediare

e cambiare i suoi pensieri.

E il camaleonte umano,

sin grandioso nell'impresa,

con un fare un po' profano

si dibatte nell'attesa

di decider dove andare

ma, attento a non rischiare,

nel frattempo si premura

l'uno e l'altro accontentare.

Chi telefona al nemico,

chi s'informa sull'affare

"qui lo nego e qui lo dico,

non sappiamo che sperare."

Le figure sono tante

e qualcuna più si staglia

per coraggio e decisione

e talvolta per la taglia.

Ma la svolta non arriva,

e la notte al fine avanza,

e qualcuno assai irritato

sta per perder la speranza,

che c'è un limite anche umano

oltre il quale non andare

che va ben non dormire…

ma se non si può mangiare

 

Cenerentole le deleghe

arrivavan a mezzanotte

e nemici interni e esterni

stavan con le ossa rotte

 

Tra un trillar di cellulari,

ed un compilar febbrile

c'è chi pensa a rincasare:

"ma non era meglio aprile?"

che la nebbia non perdona

e si rischia l'incidente

se davvero si ragiona:

val la pena veramente?




 

 

 

 

 

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