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Editoriale.

Madonna che silenzio c'è stasera...

governare29.01.2010. Abbiamo ricevuto diverse mail di lettori che ci chiedevano la nostra opinione sull'attuale situazione societaria e si lamentavano perché, nelle pagine di questa rivista, non sia stato ancora pubblicato nulla a riguardo. In tutta onestà, ci è difficile scrivere. Il materiale raccolto è tantissimo e il pericolo è quello di pubblicare troppe cose rischiando che i lettori, spaventati dal numero e dalla lunghezza degli articoli, finiscano con il non leggerli.

Tuttavia, la difficoltà più grande per noi nasce dal fatto che ci sentiamo un po' Cassandra e un po' Don Chisciotte. Siamo stanchi di dire “lo avevamo detto”, specie perché le nostre previsioni, proprio come quelle di Cassandra, hanno in sorte il fatto di non essere minimamente prese in considerazione, né dai vertici societari, né dai singoli soci. Siamo stanchi di sentirci dire che siamo dei critici senza costrutto (“troppo facile parlare guardando i cani dal buco della serratura”, “troppo facile criticare chi sta lavorando quando si è rinunciato a far parte della SAS”), che ce l'abbiamo con alcuni personaggi (e visto che non si trovano motivazioni concrete dei nostri presunti rancori si attribuiscono determinate posizioni a fantomatiche antipatie o invidie personali) o che siamo bravi a parlare perché oggi, non avendo cani da presentare, non siamo personalmente coinvolti (con il corollario, tutto da verificare, che in passato abbiamo taciuto su determinate situazioni). Non abbiamo nemmeno voglia di “giustificare” le nostre opinioni che, oltre ad essere tali, di norma si basano sempre su analisi di fatti e documenti reali e verificabili. Ma, in SAS, fatti e documenti sono soggetti ad interpretazioni di comodo e le voci di dissenso, quando non possono essere smentite, si cerca di sminuirle o di farle rientrare nel calderone di un'opposizione etichettabile.

Ci dispiace, ma non solo non siamo etichettabili, ma nemmeno, ormai da tempo, riusciamo più ad uniformarci ad un sentire comune per il quale occorre rimboccarsi le maniche e lavorare per non perdere il “giocattolo SAS”. Abbiamo una grande passione per il pastore tedesco e, forti di questa nostra passione, ci sentiamo sempre più lontani non solo dalle dirigenze SAS, ma anche, è triste dirlo, dal modo di pensare della maggioranza dei soci attivi.

L'attuale situazione politica è specchio della mancanza di attributi dei soci o, se preferite, dell'essere, da parte dei soci, degli attributi di berlusconiana memoria. Forse non sarà politicamente corretto scriverlo, specie da chi comunque realizza un sito che ha, per la maggioranza, lettori che sono proprio i soci attivi della SAS, ma non possiamo fare a meno di sottolineare la nostra profonda delusione e anche il nostro sconforto. Oggi ci sono persone che si dicono ottimiste e fiduciose nel futuro societario. A noi farebbe piacere non vedere e non leggere tra le righe di certe situazioni ed uniformarci a questo comune sentire. Ma sappiamo leggere e vedere, oltre ad avere memoria storica dei fatti accaduti in passato e dei comportamenti che i politici SAS hanno messo in atto nell'esercizio delle loro funzioni. D'altro canto i soci paiono giudicare i politici con uno strano metro che non solo è elastico e variabile, ma anche ha come unità di misura il proprio particolare (leggi i risultati ottenuti dai propri cani, la possibilità data da una dirigenza o dall'altra di giudicare, di vedersi assegnati raduni e prove, ecc). Per noi le regole valgono a prescindere dagli schieramenti politici. Non ci sono differenze di giudizio sulle azioni scorrette, che rimangono tali a prescindere da chi le abbia commesse.

C'è un socio SAS che ha, con l'accanimento e la tenacia che contraddistinguono gli onesti (e le teste dure calabresi), cercato di ottenere giustizia. A questo socio nessuno ha dato risposte concrete e nessuno ha alcuna voglia di darle. La prassi, in SAS, è sempre stata quella di utilizzare i cassetti, in cui debitamente riporre violazioni e denunce, da utilizzare, come spauracchi o in concreto, solo a seconda della convenienza politica. Il "così fan tutti" è l'anticamera del “nessuno è colpevole”.

Per noi, che invece sosteniamo che nessuno sia incolpevole, il fatto che le denunce di Antonio Amendola siano state insabbiate, distorte e persino documenti depositati (che potevano contenere violazioni regolamentari) non siano stati minimamente presi in considerazione in modo serio da nessuno dei politici SAS la dice lunga.

Oggi viviamo una stagione di denunce e ricorsi alla magistratura, ma attenzione, denunce e ricorsi vengono fatti solo laddove ci siano da difendere posizioni politiche, cariche e privilegi. Nessuno si sogna di intervenire per difendere dei principi. I fatti vengono artatamente distorti ed interpretati a seconda della convenienza (dagli editoriali sul sito NO, ai saluti del Presidente Musolino, sino alle stesse delibere di consiglio e ai fatti passibili di denuncia).

Ma la cosa ancora più grave, che esula da un corretto fare politica, è che quando le scorrettezze e le irregolarità riguardano la propria fazione, si finge di non vedere, si nasconde la testa sotto la sabbia, si ingoiano rospi in nome della “ragion di stato”. No grazie.

Avviso ai naviganti (e ai nuovi cerberi) : detto questo non rinunceremo però a fare informazione e a scrivere. Di materiale ce n'è molto, purtroppo. A breve gli articoli a commento delle recenti pubblicazioni sul sito ufficiale SAS. Manteniamo accesi i riflettori.

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 29 Gennaio 2010
Vignetta tratta da La settimana enigmistica

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