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SAS e Dintorni

Pubblicato il CDN SAS del 9 marzo. Le sorprese di Pasqua per i sudditi SAS. Capitolo I.
La delibera sulle manifestazioni non riconosciute.

Correva l'anno 2004 e, in una serata estiva in quel di Cerea (VR), gli ignari abitanti poterono sentire le urla di una accesissima e per loro incomprensibile discussione sulla validità delle cosidette gare non ufficiali, dette anche comunemente “paesane”.
I protagonisti della tenzone erano, udite udite, Daniela Dondero e Leandro Falaschetti. I due, animati da un gusto popperiano per la discussione (un modo colto per dire: ci piace discutere a prescindere, per il solo gusto di farlo) sostenevano l'una la tesi talebana del “per il pastore tedesco solo le gare riconosciute dalla SAS -nemmeno quelle ENCI- hanno un valore zootecnico”, l'altro, già allora più scettico sulla SAS e sicuramente più lungimirante, ribatteva che “le sagre paesane sono comunque, oltre ad un'occasione conviviale, una possibilità di confronto e di avvicinamento del privato al mondo cinofilo”. Il buon Leandro provocava anche la talebana rossa con la domanda: “ma siamo poi così sicuri che, oggi, una gara SAS, abbia realmente una validità zootecnica o non sia piuttosto ridotta a mero confronto agonistico, non privo di trucchi?”

Quando, a distanza di diversi anni, l'ENCI sdoganò definitivamente le “paesane” non solo abolendo le restrizioni per i propri associati, ma consentendo la partecipazione, previa autorizzazione, alle manifestazioni non riconosciute persino ai giudici ENCI “in un’ottica generale di favore verso il movimento associativo, teso tanto a valorizzare la selezione delle razze quanto a valorizzare la cinofilia di base” (fonte: Sito ENCI ) il Falaschetti gongolò non poco anche se, nel frattempo, anche la talebana rossa si era alquanto ammorbidita sul tema.
Non a caso, nessuno dei due “contendenti”, all'epoca della delibera ENCI (maggio 2009) era più socio SAS.

Perchè vi raccontiamo questa vecchia storia?

Intanto perchè la delibera ENCI ci risulta, almeno consultando il sito, che sia ancora in vigore e poi perchè, una decina di giorni fa, il 14 marzo, le regioni e sezioni SAS si sono viste recapitare una comunicazione, firmata dal Direttore Ezio Guerrino Roman che aveva come oggetto: Impiego Soci a manifestazioni non autorizzate.

Cosa diceva la comunicazione del direttore SAS?
Questo il testo :
Il Consiglio Direttivo Nazionale nella riunione del 09.03.2013 ha stabilito con propria delibera che qualsiasi socio che partecipa a manifestazioni, riunioni o prove non riconosciute o autorizzate dalla SAS o dell'Enci e che, pertanto non tutelano la razza sono passibili di provvedimenti disciplinari qualora prima di tale partecipazione, non si sia dimesso da Socio SAS- Prego gli organi preposti di prendere giusta nota, mi è gradita l'occasione per porgerecordiali saluti

Poffarbacco e perdindirindina....a parte lo stile un po' sgrammaticato, il testo è chiaro. Il CDN ha stabilito con propria delibera che i soci SAS i quali, senza aver dato le dimissioni da socio, partecipino a manifestazioni, riunioni (sì, avete letto bene, anche le riunioni) o prove non riconosciute o autorizzate da SAS o ENCI, potranno subire provvedimenti disciplinari.

La comunicazione non dice quali potranno essere i provvedimenti disciplinari.

Del resto è tutto il testo ad essere un po' vago e impreciso. A cominciare dal fatto (il caro Direttore, non ha imparato molto dal suo ex segretario SAS, lei sì, sempre attenta e precisa) che non venga citata testualmente la delibera. Quindi, chissà se quelle sono le parole precise usate dal CDN. Sul sito, a distanza di alcuni giorni, non c' era nulla. Si trovava la comunicazione relativa alla morosità, ma su questa della partecipazione dei soci a manifestazioni non riconosciute, totale silenzio.

Per questo motivo abbiamo aspettato, per pubblicare questo articolo, la pubblicazione ufficiale del verbale di CDN. Il testo, pubblicato oggi (potete leggerlo a questo link) è questo:

Punto 13 all'O. d. G. – Manifestazioni non riconosciute
Il Presidente, con riferimento alla partecipazione a riunioni o manifestazioni non riconosciute da parte di soci SAS come docenti, giudici ,figuranti o istruttori e al comportamento tenuto dall' Enci e dalla SV in paritetiche situazioni; rammentando inoltre quanto successo in passato a seguito della diffusione televisiva d' immagini che proponevano metodi coercitivi che hanno creato un notevole danno d'immagine alla Societa che tutela la razza, propone di assumere una delibera chiarificatrice.
Il CDN, all’unanimità,
Delibera n. 07/03-13
qualsiasi socio che partecipa a manifestazioni, riunioni o prove non riconosciute dalla SAS o dall'ENCI e che pertanto non tutelano la razza, è passibile di provvedimenti disciplinari qualora,prima di tale partecipazione, non si sia dimesso da socio SAS.

Se la SAS fosse un'associazione normale di fronte a una delibera del genere, totalmente irrispettosa dei soci quando non addirittura lesiva delle loro libertà personali, ci sarebbe stata una vera e propria sollevazione popolare, con immediate proteste, interrogazioni all'ENCI e denunce. Ma, si sa, il popolo SAS non si muove mai per mere questioni di principio (vedi vicenda Statuto approvato a gennaio 2005). Così, finora, ad agitarsi sono stati solo i soci in qualche modo interessati: i soci SAS che sono anche soci AIPAT (o che intendevano partecipare a gare AIPAT) o quelli che hanno in progetto di organizzare o partecipare a gare “paesane”.

In realtà ci sarebbe molto di cui indignarsi con il CDN attuale.
Perchè? Vediamolo nel dettaglio.
L'articolo 18 della Costituzione Italiana stabilisce il diritto alla libera associazione, purchè non si violi la legge (I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale), quindi, una qualunque limitazione in tal senso potrebbe persino configurarsi come anticostituzionale. Anche le associazioni di culto sono richiamate (sempre nella costituzione) a non porre speciali limitazioni legislative.

Si dirà, un'associazione privata può mettere tutti i vincoli che vuole (nel rispetto della legge vigente) ai propri associati. Accettandone le regole, il socio accetta anche questi vincoli.
Infatti. E' vero.

Tanto che, oltralpe, l'SV, vistasi minacciata dalla nascita della nuova associazione di Raiser (RSV2000), ha stabilito che i soci SV non possano essere anche soci di associazioni concorrenti. (Raiser ha fatto due ricorsi alla magistratura ordinaria, perdendoli entrambi).
Per lo stesso principio i partiti politici non permettono, ai propri iscritti, di iscriversi ad altro partito.

Allora, tutto regolare anche per la SAS?
Decisamente no.

Infatti, proprio perchè si tratta di un vincolo ben preciso, che il socio accetta all'atto della propria iscrizione, il divieto o la sanzione prevista in caso di partecipazione ad altra associazione (o, come scritto in questa delibera, a manifestazioni, prove, riunioni non organizzate da SAS o ENCI) DEVE ESSERE STABILITO PER STATUTO.

Il CDN NON può imporre tale divieto/limitazione. Può proporlo, sottoporlo come modifica statutaria all'Assemblea generale dei soci e, con i criteri stabiliti dallo Statuto SAS, chiederne l'approvazione.

Così infatti ha agito l'SV, ha MODIFICATO LO STATUTO. Il presidente, che parla di "comportamente tenuto dall'SV in paritetiche situazioni” dovrebbe saperlo. La Germania ha attuato una modifica statutaria, approvata dall'Assemblea.
Così è per i partiti politici che hanno l'obbligo di non iscriversi ad altro partito nello statuto.

A nessuna dirigenza, nemmeno a quella del circolo bocciofila pensionati, verrebbe in mente di inserire un regolamento disciplinare che limiti i diritti dei soci senza consultare i soci stessi.

Oltretutto, nessuna dirigenza e nessun consigliere dotato di un minimo di raziocinio approverebbe una delibera di questo tipo a tesseramento già effettuato.
Infatti, i soci SAS hanno già rinnovato o si sono appena associati a gennaio 2013, senza sapere che quella associazione avrebbe limitato il loro diritto a partecipare a manifestazioni, riunioni o prove non organizzate o riconosciute da SAS e ENCI.

Bellissimo poi il passaggio sulle “dimissioni” che dimostra come la dirigenza SAS non conosca, o finga di non conoscere per convenienza, neppure il proprio statuto. Infatti la delibera dice che ci saranno sanzioni disciplinari a meno che il socio non si sia dimesso. “Bene”-pensa il socio a cui non piaccia questa decisione del CDN e voglia mantenere la propria libertà di partecipare alle sue “paesane”- “allora mi dimetto”. Peccato non possa farlo. Non ora, quanto meno. Infatti, recita l'articolo 7 dello statuto SAS: “Il Socio potrà presentare un formale atto di dimissioni alla S.A.S. a mezzo lettera raccomandata A.R. entro il 31 ottobre di ciascun anno. Le dimissioni avranno decorrenza a far data dal 1° gennaio dell’anno successivo”. Ops...ma allora, il povero socio 2013, a metà marzo, non si può nemmeno dimettere, per l'anno in corso, nemmeno volendo.

Chissà se il CDN ha preso in considerazione la possibilità di dover restituire i soldi del tesseramento 2013 ai propri soci a causa di questa geniale delibera. Crediamo che qualunque tribunale civile condannerebbe la SAS sicuramente alla restituzione dei soldi pagati per la tessera associativa, ma potrebbe anche riconoscere al socio un risarcimento danni, specie se gli venissero comminate sanzioni disciplinari.

Che pasticcio. E per cosa?

Forse per l'adesione, come giudici, ai raduni AIPAT di alcuni noti ex allievi giudici SAS?
Forse per la crescente partecipazione da parte dei soci SAS a manifestazioni non autorizzate, spesso giudicate da noti allevatori italiani e stranieri?
Paura del confronto?

La delibera sottintende che la motivazione di tale decisione sia la mancata tutela della razza.
Opperbacco. Premesso che ci sarebbe di che discutere sulla reale attenzione alla tutela della razza da parte della dirigenza attuale (non lo diciamo noi, ma lo ha messo in dubbio, nero su bianco, la CELEMASCHE, centrale di lettura displasia, nella lettera inviata ai suoi veterinari), ma davvero le manifestazioni non autorizzate non tutelano la razza?

L' ENCI, stante la delibera del maggio 2009, riconosce alle manifestazioni non autorizzate un valore associativo, teso a valorizzare la selezione delle razze e la cinofilia di base. Quindi l'ENCI stesso afferma esattamente l'opposto di quanto dice la SAS. Anche se il presidente SAS afferma il contrario, richiamando proprio analoghi provvedimenti ENCI. Ma quali?

Non dimentichiamo poi che molte delle associazioni che organizzano gare cinofile, compresa l'AIPAT, operano sotto l'egida di associazioni sportive riconosciute dal CONI, nelle rispettive divisioni “Cinofile”.

La SAS dovrebbe spiegare perchè mai, tanto per fare un esempio, prove di lavoro WORK CSAA (Centro Sportivo e delle Attività per l'Ambiente) o CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) sono da considerarsi così dannose da dover scomunicare i propri soci che vi partecipino.

Dovrebbe spiegarlo non solo ai propri soci, ma anche ai giudici ENCI (molti dei quali giudici CSEN) e, udite udite, anche ai propri consiglieri (sì, quelli che fanno parte del CDN che ha partorito la geniale delibera) visto che l'attuale Responsabile Addestramento Nazionale SAS, Agatino Corvaia, è anche responsabile nazionale WORK CSAA, che il responsabile SAS dei figuranti Leonardo Roman è giudice WORK CSAA. (Si veda, in proposito, la pagina del sito dell'associazione )

Viene da chiedersi cosa stessero pensando, i consiglieri presenti (compreso proprio Agatino Corvaia). Certo che sconfessarsi in modo così plateale è strano. Forse Corvaia crede che le prove dell'associazione di cui è responsabile siano prove che non tutelino la razza e i cani ? Perchè, tra le altre cose, nel testo del CDN (che è persino peggio di quello comunicato da Roman, il che è tutto dire), c'è persino un riferimento alla tristemente nota vicenda del novembre 2004, quella denunciata da Striscia la Notizia.

Ora, tutto si può dire delle varie associazioni/enti che organizzano gare non riconosciute, ma non accostarle a metodi coercitivi che possano danneggiare l'immagine SAS ( sarebbe simpatico che qualcuno facesse un giro, armato di telecamera, in vari campi di addestramento SAS, per verificare quali metodi vengano adottati, ma questa è un'altra storia)

Magari parlando di tutela della razza la delibera vuole riferirsi, prima di tutto, alle esposizioni cinofile. Eppure, anche anche in questo caso, che strano.

Un bel po' di anni fa nello studio di un noto veterinario “pastorista” capeggiava la locandina di una gara amatoriale giudicata da un giovane allevatore che oggi è giudice SAS e vicepresidente. Sì, ci direte, andate a cercare la preistoria. Si può sempre cambiare idea.
Vero, però di gare paesane ce ne sono tantissime ancora oggi, molte organizzate per beneficenza, alcune con l'interessamento fattivo, in veste di organizzatori o partecipanti, di noti giudici SAS. Recentissima è poi la Trainer Cup, giudicata da noti allevatori (compreso il “mitico” Winfried Benitz per la parte espositiva e, per la parte prove, da un componente dell'attuale comitato tecnico, allievo giudice SAS). A quella gara poi i partecipanti erano quasi tutti (oseremmo dire tutti, eccezion fatta per la fotografa dai capelli rossi) soci SAS e , tra questi, noti tecnici e, di persona o mandando cani con il loro affisso, anche consiglieri dell'attuale CDN (sì, sempre quello che ha emanato la delibera).

Ma, si dirà, quello è il passato. Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso (art.25, sempre la Costituzione italiana)
I provvedimenti disciplinari scatteranno dopo la delibera, prima di quella data, tutti amnistiati.

Peccato che il CDN non lo possa fare.

Perchè una cosa del genere deve essere inserita nello statuto e con le dovute tempistiche. Probabilmente lo sanno.

Ma agiscono pensando che, ai soci SAS, basti lo spauracchio di una squalifica per tornare sui propri passi e abbandonare l'idea di partecipare a manifestazioni non riconosciute.

Paura della concorrenza?
Semplice “richiamo all'ordine” ad alcuni?
Una prova di forza volta a dimostrare come i soci SAS siano solo dei sudditi?

O forse una prima delibera a violare le regole associative tanto per saggiare il terreno e proporre, in un prossimo futuro, altre modifiche che dovrebbero essere statutarie, tramite semplici delibere di CDN?

A noi non è che interessino molto le risposte.

Dovrebbero interessare i soci SAS.

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 25 marzo 2013